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Pubblicato:

21 Maggio 2025

Aggiornato:

21 Maggio 2025

“Vincolo del secondo mandato: la decisione della Corte Costituzionale e le implicazioni per le autonomie regionali”

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“Vincolo del secondo mandato: la decisione della Corte Costituzionale e le implicazioni per le autonomie regionali”

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Il divieto del terzo mandato per i presidenti di Regione è un principio fondamentale che vincola i legislatori regionali

Con la sentenza del 15 maggio 2025, n. 64, la Corte Costituzionale ha sancito l’incostituzionalità dell’articolo 1 della legge della Regione Campania n. 16/2024, in particolar modo per quanto riguarda il passaggio finalizzato ad escludere i mandati svolti prima della sua entrata in vigore dal computo utile per la ricandidabilità. La disposizione contestata mirava a rendere possibile una nuova candidatura del presidente uscente, nonostante questi avesse già esaurito i due mandati consecutivi previsti, di fatto aggirando il divieto imposto a livello nazionale. Il ricorso era stato promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, invocando il contrasto con l’art. 122, primo comma, della Costituzione, e con la legge n. 165/2004 che vieta una terza elezione consecutiva.

La decisione della Corte Costituzionale: vincoli e principi inderogabili

Nel pronunciarsi sul caso, la Consulta ha ribadito che il limite dei due mandati consecutivi rappresenta un principio inderogabile del sistema elettorale regionale. Si tratta di una norma che ha valore immediato, non subordinato a scelte legislative delle Regioni. Tale limite, ha spiegato la Corte, garantisce l’equilibrio tra potere esecutivo e rappresentanza, assicurando condizioni di parità tra i candidati, trasparenza nella competizione e alternanza democratica. Per questo motivo, ogni tentativo di modificare retroattivamente il conteggio dei mandati è incostituzionale. Inoltre, la Corte ha sottolineato che l’autonomia statutaria delle Regioni (art. 123 Cost.) non comprende la possibilità di disciplinare l’elettorato passivo in deroga ai principi generali del sistema elettorale nazionale. Né può valere, ha aggiunto, il precedente silenzio dello Stato su casi simili come giustificazione per introdurre regole difformi.

Implicazioni per il sistema delle autonomie

La decisione si inserisce nel solco di un modello elettorale regionale coordinato, in cui l’autonomia legislativa delle Regioni trova un limite preciso nei principi generali fissati dal legislatore statale. Con questa sentenza, la Corte blocca qualsiasi tentativo di azzeramento dei mandati precedenti a fini elettorali, escludendo di fatto una terza corsa per i Presidenti che hanno già completato due mandati consecutivi. Il pronunciamento rappresenta un segnale netto per tutte le Regioni: l’equilibrio tra stabilità amministrativa e dinamismo democratico va preservato, senza lasciare spazio a interventi su misura per singoli casi.

>> IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE DEL 15 MAGGIO 2025, n. 64.

>> IL COMUNICATO DI SINTESI REDATTO DALLA CONSULTA .

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