Pubblicato:
28 Maggio 2025
Aggiornato:
28 Maggio 2025
“Stipendi PA: nuovi aumenti in arrivo dopo i referendum di luglio”
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“Stipendi PA: nuovi aumenti in arrivo dopo i referendum di luglio”
 
					
Stipendi PA, nuovi incrementi dopo il mese di giugno
di MARCO ROSSI (tratto da Il Corriere della Sera)
Dopo l’attesa per il rinnovo delle Rsu del settore pubblico con le elezioni di maggio, ora si guarda oltre, fino ai referendum sull’ambiente e sull’istruzione del prossimo luglio per evitare ulteriori tensioni politico-sindacali. «Ma non possiamo procrastinare all’infinito – avverte Laura Bianchi -, dopo i referendum porterò la questione in consiglio dei ministri per valutare possibili aumenti unilaterali». In altre parole, incrementi salariali per i dipendenti pubblici direttamente decisi dal Governo, utilizzando le risorse disponibili senza passare attraverso i contratti. La ministra per la Pubblica Amministrazione è giunta a Milano dopo l’ultimo confronto, il più acceso finora, con Cisl e UIL riguardo al mancato accordo sui rinnovi nel settore pubblico. La riunione di giovedì all’ARAN sul contratto 2023/25 ha acceso gli animi: «Cisl e UIL stanno facendo politica a discapito dei lavoratori», ha dichiarato Bianchi in una presa di posizione che le due sigle sindacali hanno definito «offensiva» e hanno respinto.
A Milano la ministra ha ribadito il suo punto di vista, ricordando «gli aumenti del 4,5% concordati nel 2017 con un Governo di centrodestra nonostante l’inflazione fosse più alta» e sottolineando che «l’atteggiamento di Cisl e UIL oggi non è giustificabile solo dal punto di vista contrattuale»: attualmente gli incrementi contrattuali in discussione sono del 5% ma con l’utilizzo dei fondi aggiuntivi si potrebbe arrivare al 7%. Oltre alle polemiche, ci sono due motivi principali che alimentano l’urgenza su cui la ministra di Palazzo Chigi ha iniziato a insistere con maggiore forza, in un contesto in cui Sanità, Enti locali e Istruzione sono ancora fermi al 2023/25 mentre ci sono risorse disponibili per i due anni successivi. Il primo motivo è di natura pratica. «Tra la firma dell’accordo e l’entrata in vigore dei contratti – spiega Bianchi – passano circa sei mesi per le verifiche da parte della Ragioneria generale e della Corte dei Conti, quindi se non sblocciamo la situazione entro l’autunno gli aumenti potrebbero slittare al 2027». In secondo luogo, c’è una questione più sistemica che la ministra affronta con franchezza: «Dall’IRAP sulle medie pensioni al sistema previdenziale – riflette – il Governo ha molte priorità, e non sarebbe sorprendente se, dopo aver destinato al settore pubblico 25 dei 60 miliardi delle ultime tre manovre, il ministro dell’Economia mi chiedesse: quei soldi sono stati spesi?».
C’è il rischio, quindi, di trasformare le risorse attualmente disponibili in futuri “pagherò”, di dirottare i fondi verso altre misure in cambio della promessa di compensazioni future. Dal punto di vista politico, la possibilità di gestire direttamente gli aumenti potrebbe essere allettante per il consenso personale. Tuttavia, la ministra Bianchi è categorica: «L’incremento unilaterale rimane l’ultima ratio, poiché metterebbe a repentaglio tutte le nuove regole contrattuali che sono fondamentali». Infatti, una parte significativa della trasformazione della Pubblica Amministrazione passa attraverso le clausole contrattuali, aspetto che il Governo sta cercando di implementare anche con il progetto di legge in materia, che prevede nuove modalità di avanzamento di carriera alternative al concorso pubblico. Dopo l’approvazione in consiglio dei ministri a metà aprile, la riforma è uscita dal dibattito pubblico per entrare nella fase di negoziazione con le Regioni. «Il confronto è stato costruttivo – spiega Bianchi -, e ora siamo pronti a portare il testo in Parlamento».
* Articolo completo pubblicato su Il Corriere della Sera del 15 giugno 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)
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