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Pubblicato:

30 Maggio 2025

Aggiornato:

30 Maggio 2025

“Esperti di Intelligenza Artificiale: La Chiave è la Visione Strategica e la Cultura Digitale”

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“Esperti di Intelligenza Artificiale: La Chiave è la Visione Strategica e la Cultura Digitale”

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Intelligenza artificiale, aziende alla ricerca di veri esperti: mancano visione strategica e cultura digitale

Indice:

Mercato del lavoro, processi di selezione e produttività

Saper utilizzare strumenti di intelligenza artificiale generativa è oggi una competenza sempre più diffusa. Tuttavia, non basta padroneggiare tool tecnologici per potersi definire esperti digitali. Secondo gli esperti di Hays Italia, ciò che fa la differenza è la capacità di visione strategica e una solida cultura del digitale. Come si può leggere in un recente articolo del Sole 24 Ore, i numeri confermano la crescente familiarità con l’AI: la quota di chi dichiara di saperla utilizzare è passata dal 20% nel 2023 al 43% nel 2024. Un balzo che segna un cambio di percezione: l’intelligenza artificiale viene vista meno come un rischio per l’occupazione e più come un’opportunità. Tuttavia, per chi si occupa di risorse umane e selezione, il problema oggi è distinguere i professionisti autentici dai semplici utilizzatori. Saper utilizzare l’AI non equivale a saperla integrare nei processi aziendali in modo efficace e lungimirante.

"Esperti di Intelligenza Artificiale: La Chiave è la Visione Strategica e la Cultura Digitale"

Il ruolo della formazione

Nel frattempo, si allarga il divario tra competenze disponibili e competenze richieste. Settori come tecnologia, finanza, manifattura, ingegneria e life sciences sono alle prese con una carenza significativa di figure qualificate. Inoltre, il 50% della forza lavoro globale ha oltre otto anni di esperienza, mentre mercati emergenti come India, Colombia, Malesia e Polonia sono dominati da giovani professionisti con meno di tre anni di attività alle spalle. In questo contesto, la risposta più efficace è la formazione continua. Hays promuove modelli come il “Hire-Train-Deploy” – assumere, formare e impiegare – per trasformare i talenti interni in risorse chiave per l’innovazione. Cresce anche la domanda di percorsi strutturati: l’85% delle aziende italiane prevede di investire in formazione nel 2025, destinando il 41% dei fondi a programmi formativi, il 40% alla fidelizzazione e il 31% alla riorganizzazione. Infine, due aspetti si confermano cruciali per attrarre e trattenere talenti: lo smart working, ancora centrale per l’equilibrio vita-lavoro, e il benessere psicologico. Proprio quest’ultimo è uno dei temi che più ha guadagnato rilevanza nell’ultimo anno, influenzando in modo diretto la produttività aziendale.

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